lunedì 1 agosto 2011

Quando il figlio è in vacanza

Sabato ore 20.50 mi precipito dentro al supermercato che sta per chiudere, reggendo bene gli sguardi indignati dei commessi che ne avevano piene le scatole della settimana lavorativa, solo per comprare questo prodotto salvavita:



A mio avviso dovrebbero commerciarlo anche in farmacia, quelle col turno di notte in particolar modo, perchè è l'antidepressivo più potente che io conosca!
Leggo che è stata inventata nel lontano 1964 e se ancora tiene il mercato un motivo ci sarà!

Insomma il mio nano è partito per 15 (quindici!) giorni di vacanza con suo papà e sarà lontano da me per tutto questo tempo, come posso sopravvivere?
Ovviamente non è in vacanza sulla riviera romagnola o ancor meglio in Liguria o su un qualunque litorale italiano, no perchè altrimenti sarebbe facile essere rilassati. No! Mio figlio cinquenne ha preso un aereo, maschera e boccaglio nello zainetto e via, destinazione Sharm el Sheik.
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OK, forse avrei dovuto comprare due barattoli di nutella!
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Ma l'apporto di 100mila kalorie in un solo cucchiaio ho notato non essere sufficiente. Mi manca troppo!
Per non parlare dei sensi di colpa verso quel fantastico tubino nero aderente nuovo-nuovo che ho nell'armadio, pronto per il matrimonio che ci sarà a settembre... son profondi!

Mi devo tenere occupata, è l'unica soluzione!
Questa settimana per fortuna lavoro ancora. 8 ore al giorno, facciamo 9, le risolvo così. Poi? Poi sistemo casa, imbianco, rinvaso, riordino, pulisco, invito amici a cena, dopo cena, quando vogliono, ehmmm... poi? Ecco potrei finalmente andare a correre. Poi? poi????

Il fatto è che il pensiero è sempre là, al mio bimbo nella penisola del Sinai, nel supervillaggio organizzato, tra piscina, miniclub, giochi e barriera corallina...
Però accidenti che invidia!

È incredibile come la vita di una mamma si svuoti di gesti sensati e appaganti lontano dal proprio bambino. Ora conto i giorni, le ore e non vedo l'ora di riabbracciarlo. Lo troverò abbronzato e ancora più biondo del solito... e poi lo porterò con me finalmente in Dolomiti!



Intanto ringrazio di cuore la ditta Ferrero per l'aiuto.

3 commenti:

  1. Punto primo. E' con il suo papà: non morirà...
    Punto secondo. Non c'è cosa peggiore delle mamme possessive e ansiose.
    Punto terzo. Guarda il bichiere mezzo-pieno: hai iù tempo per te stessa. Per riposarti, per rilassarti, per riscoprirti e essere al top per il suo ritorno!
    Punto quarto. Lui cresce e diventa un bimbo migliore. Senza la gonna della mamma sempre a portata di mano (ops, i pantaloni, scusa..), imparerà a essere più autonomo, a cavarsela da solo, maturerà...
    Dai Giò, su de dos, ndèm|

    Ulissegio

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  2. Punto quinto: descritta così sembro la mamma-chioccia che non sono. Ma il vuoto che lascia il nano quando se ne va è tanto, non solo in casa, ma soprattutto mentale, nelle attenzioni continue che richiede.
    Infatti ho tempo x me, niente da dire, andrò ai parchetti a farmi overdosi di nutella :D

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  3. Si ma è sempre così eh....
    Io sono spesso sola e spesso agogno qualcuno che mi tenga il nano anche un'ora. Risultato? Faccio tutto di corsa per tornare il prima possibile. E non mi rendo nemmeno conto di farlo!ma ci sto lavorando...

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